clicca sul logo

giovedì 23 giugno 2022

IL 17 GIUGNO 2022 SI E' SVOLTO, A MILANO, IL CONGRESSO NAZIONALE DELL'AGL. ROBERTO FASCIANI CONFERMATO SEGRETARIO GENERALE PER I PROSSIMI QUATTRO ANNI. ELETTO IL NUOVO COMITATO DIRETTIVO NAZIONALE DELL'AGL.

Il Segretario Generale ha, nella sua relazione, approvata all'unanimità dal Congresso, illustrato il ruolo del lavoro alla luce degli eventi storici occorsi quali la pandemia ed il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina. Il tessuto produttivo nazionale è chiaramente scosso per non dire declinante ed il lavoro deve trovare all’interno di questo contesto un nuovo ruolo ed un nuovo significato, anche con riferimento all’Europa. Infortuni sul lavoro, precarizzazione, quarta rivoluzione industriale, globalizzazione sono questioni fondamentali. Il sindacato dovrà fare pesare le istanze sociali, ma ancora una volta ribadisce il Segretario Generale, occorre avere una prospettiva europea. I sindacati tradizionali e organizzati non sono in grado di ovviare a molti problemi del mondo del lavoro. La situazione politica non aiuta, in particolare per la perenne litigiosità dei partiti e lo stato di continua campagna elettorale in cui versa la politica nazionale. Il Governo Draghi aveva un mandato limitato, siamo in una fase di passaggio. Le forze sociali devono proporsi costruttivamente. Ma la continua dinamica politica non consente di risolvere i problemi perché non esistono forze stabili di riferimento. Sono state attuate misure valide quali il reddito di cittadinanza ma tale misura non ha risposto alle esigenze di lavoro e produttive. La situazione economica si sta aggravando con l’inflazione, il caro vita, la scarsità energetica. Come sindacato l’AGL, deve essere conflittuale ma anche capace di utilizzare a beneficio dei lavoratori le situazioni favorevoli dal punto di vista contrattuale. Non esistono in Italia politiche del lavoro ed industriali ed il mondo dell’imprenditoria è in crisi. Alcune questioni nazionali sono ancora irrisolte: la crisi del mezzogiorno, ad esempio. L’Italia deve operare una svolta in questioni essenziali: l’ambiente, le fonti dell’energia, l’investimento su formazione ed istruzione, sul lavoro femminile. Occorre maggiore impegno nel sindacato, ma l’organizzazione si è mossa bene in particolare attraverso il patronato ed il centro di assistenza fiscale. Stiamo lavorando bene rispetto alle forze ed alle dimensioni dell’organizzazione. A Milano e in diverse zone del Paese il sindacato inizia ad essere conosciuto. L’obiettivo però è diffondere capillarmente l’organizzazione su tutto il territorio nazionale. Importante è tenere presente che numerosi soggetti si sono rivolti all’organizzazione ed hanno trovato ascolto e competenza.

mercoledì 21 settembre 2016

ROBERTO FASCIANI DIRETTORE DI EUROPE CHINESE NEWS

                                a destra, la Presidente di MILAN HUAXIA GROUP, Angela Zhou

Roberto Fasciani è il nuovo Direttore di EUROPE CHINESE NEWS.

“EUROPE CHINESE NEWS” secondo il Sole 24 Ore (21. 3.2012), è “la più importante testata in ideogrammi scritta e stampata in Italia”. Fondata nel 2004, distribuita in Italia e in Europa, la pubblicazione ha anche una versione online in cinese sul sito http://www.ozhrb.eu e in inglese sul sito http://www.ihuarenbao.com/en/ . La Presidente della Società editrice è Angela Zhou, imprenditrice ben conosciuta, anche fondatrice e Presidente di MILAN HUAXIA GROUP, società a capo del gruppo HUAXIA, una delle più importanti imprese cinesi in Italia. Il suo gruppo ha interessi in molti settori fra cui: media on e offline, media center, e-commerce globale, organizzazione di eventi, studi di consulenza, import ed export di beni di lusso e di prodotti alimentari, hotel, enoteche, ristoranti cinesi e occidentali, food & beverage, catering e ospitalità, agenzie di viaggi, società di consulenza per investimenti , promotore di mostre, studi legali, società di assicurazione, centri culturali e altri modelli multi-business. MILAN HUAXIA GROUP è una delle aziende di proprietà di imprenditori cinesi più influenti in Italia e una tra le più importanti società cinesi a livello internazionale.

giovedì 26 novembre 2015

L'efficacia temporale della nuova disciplina delle mansioni

fonte: www.consulentidellavoro.it

Il Tribunale di Roma, con sentenza depositata il 30 settembre 2015, si è pronunciato per la prima volta sull'efficacia temporale del nuovo art. 2103 c.c., modificato dal dlgs n.81/2015, che permette al datore di lavoro di modificare le mansioni del dipendente che rientrano nello stesso livello di inquadramento del contratto collettivo. Per i giudici di Roma il demansionamento costituisce una sorta di “illecito permanente”, che si attua e rinnova ogni giorno in cui il dipendente è mantenuto a svolgere mansioni inferiori.

Pertanto “la valutazione della liceità" del demansionamento voluto dal datore "va necessariamente compiuta con riferimento alla disciplina legislativa e contrattuale vigente giorno per giorno”. Non conta, quindi, il momento in cui è iniziato il demansionamento, poiché se l’azienda ha adibito il lavoratore a mansioni inferiori sul piano “professionale” ma equivalenti su quello dell’inquadramento contrattuale collettivo, con l’entrata in vigore del nuovo decreto viene sanato l’illecito ed interrotto sia il demansionamento sia il computo dell’eventuale risarcimento del danno professionale arrecato al dipendente.

giovedì 22 ottobre 2015

27 OTTOBRE-13 NOVEMBRE 2015, A ROMA, VIA ERCOLE BOMBELLI 22, MOSTRA DELL'ARTISTA FILIPPO SODDU

                                         nella foto, l'artista milanese Filippo Soddu

Roma - Filippo Soddu "Recollage fra pensiero e materia" inaugurazione 27 ottobre
ore 18,00

Via Ercole Bombelli 22, 00149 Roma – 06.5578101 – 328.1353083


Spazio aperto 2015
FILIPPO SODDU

RECOLLAGE
fra pensiero e materia

Martedì 27 ottobre 2015 alle ore 18,00 a Roma presso lo Studio Arte Fuori Centro via Ercole Bombelli 22, si inaugura la mostra di Filippo Soddu "Recollage fra pensiero e materia"a cura di Giorgio Bonomi
L’esposizione rimarrà aperta fino al 13 novembre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
L’evento è il terzo appuntamento di Spazio Aperto 2015 ciclo di quattro mostre in cui l’associazione culturale Fuori Centro ha invitato gallerie e critici di altre regioni italiane a segnalare artisti appartenenti al proprio territorio per tracciare i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.
"La mostra presenta al pubblico gli ultimi lavori dell’artista milanese Filippo Soddu nei quali la pittura si fonde con il collage, opere che sono il risultato di un percorso concettuale in cui l’azione dell’artista si registra sulla tela nella sua fase conclusiva: le aggregazioni di materia che si condensano sulla superficie pittorica, sono la testimonianza di un’azione di distruzione e ricostruzione simbolica di un universo che chiede di essere ordinato e nuovamente accolto. L’atto creativo è dunque il risultato di una fase performativa che si dà al pubblico come momento di riconciliazione tra materia e pensiero. 
Soddu può vantare tre ascendenti storici per queste sue recenti opere: Pablo Picasso, la Pittura monocroma e Mimmo Rotella. Picasso perché è lui l’inventore del collage, tecnica usata dal Nostro; la Pittura monocroma perché questa viene da lui praticata e Rotella per gli “strappi” di carta che creano i pezzi con cui realizza i collage. Soddu peraltro, a differenza del Maestro calabrese, non si limita alla pars destruens (lo strappo, la lacerazione appunto), ma procede ulteriormente con un’azione di ricomposizione dei frammenti, ed è proprio questa fase quella che più affascina Soddu".

Recollage
fra pensiero e materia

Giorgio Bonomi


Già il titolo di questa mostra di Filippo Soddu ci immette nelle 
complessità della tecnica e dei contenuti delle sue opere. Recollage
è un termine più appropriato di collage anche se il procedimento,
 introdotto da Pablo Picasso e Georges Braque, è lo stesso. 
Infatti il Nostro taglia, strappa, frantuma della carta per poi “rincollarne” 
i pezzi sulla tela o sulla tavola.
Ed anche il sottotitolo, “fra pensiero e materia”, ci rimanda 
direttamente a quella divisione tra realtà spirituale e realtà
 materiale che René Descartes definiva res cogitans e 
res extensa, la cui unione poteva esserci nella ghiandola
 pineale, per cui metaforicamente quest’ultima, per l’arte 
di Soddu, è l’opera che appunto unisce pensiero (e sentimento,
 emozioni eccetera) e materia (il supporto, la carta, il colore 
eccetera).
Soddu, quindi, si riallaccia alla storia (della filosofia e 
dell’arte) senza timore di apparire “inattuale”; del 
resto l’arte (vera) è sempre inattuale, altrimenti sarebbe 
“moda”, e sempre ha degli ascendenti cui riferirsi e, 
nello stesso tempo, da cui allontanarsi: così si dipana 
la storia dell’arte, come tutte le altre storie, con i loro 
progressi e le loro involuzioni.
Picasso con i papiers collés negava la regola fin lì seguita 
dall’arte, basata sul colore e il pennello, e dimostrò che 
non esistono materiali nobili, e puri, e materiali volgari, 
e poveri, per cui ogni mezzo, ogni materia è in grado 
di esprimere i contenuti che l’artista vuole fissare sulla e 
con l’opera.
Ma, se Picasso e Braque prendevano e usavano delle c
arte “imitative” della materia (il legno, il marmo, l’impagliatura 
di una sedie ed altro ancora), Soddu lavora in modo più 
concettuale ed astratto: infatti colora un foglio di carta, lo 
spezzetta e lo (r)incolla sul supporto, a sua volta già preparato 
con una passata o due di pittura, e su cui poi ripassa il colore, 
ad “uniformare” l’intera composizione. Questa si offre monocroma
 – non nel senso assoluto di un solo colore, bensì in quello 
della “risultante”, cioè come appare all’occhio dell’osservatore
 –, riallacciandosi ad un altro concetto (e modalità) basilare 
dell’arte contemporanea, la monocromaticità che, da Malević 
in poi ha influenzato tanta arte visiva.
Se poi riflettiamo sui titoli che Soddu dà alle sue opere, 
comprendiamo ancora meglio le sue operazioni. “Aggregazione” 
sta ad indicare la “ricostruzione” di senso di quei frammenti ottenuti 
con gli strappi – si noti che qui l’artista fa un passo ulteriore rispetto
 al decollage di Mimmo Rotella –, quindi evidenzia la possibilità
 di rinascita, di evoluzione, anche di fronte alla frantumazione e 
alla decostruzione (ancora un ricordo, un’eco di un’altra Avanguardia
 storica, quel Futurismo che voleva realizzare “la ricostruzione 
futurista dell’universo”).
E c’è di più: se in tutte le storie del Cubismo troviamo che
 questa tecnica viene introdotta nel 1912, dopo che nel 1911
 erano state usate le lettere dell’alfabeto sull’opera, in Soddu
 troviamo un movimento esattamente inverso: dal collage, 
che comunque viene conservato nelle sue modalità, all’introduzione
 aggiuntiva della scrittura alfabetica nelle opere. Infatti, in una
 recente serie di lavori, troviamo delle frasi tratte dai racconti di 
Franz Kafka il quale annullava le connessioni causali tra spazio
 e tempo come faceva il collage storico e come fa Soddu nel 
rinnovamento attuale di tale metodo.
Non vorrei, però, che con questa mia analisi “chirurgica” delle
 opere di Soddu si perdesse il piacere che, al contrario dell’algidità 
critica, si prova alla prima visione delle sue opere: sempre delicate,
 liriche, ed anche quando il colore si scurisce e i frammenti 
sono più evidenti, mostrando pure una leggera aggettanza che 
dà all’opera la tridimensionalità, il contenuto non appare 
drammatico bensì intensamente “pensoso”, severo, e richiama
 la prima fase del Cubismo parigino, quello analitico che, non a
 caso, si esprimeva con toni scuri e quasi monocromi.
Soddu pratica l’arte da alcuni anni portando avanti il suo discorso
 con rigore, senza tentennamenti né mutamenti repentini, certo
 con i necessari sviluppi ma tutti interni al suo sentire e al suo dire, 
dimostrando così quella coerenza che è un’altra caratteristica 
necessaria all’arte e all’artista, per essere tali.

martedì 7 ottobre 2014

INCONTRO DI RENZI CON I SINDACATI-MAMMUTH. POLITICAMENTE CORRETTO MA CONCRETAMENTE INUTILE PERCHE' DA TEMPO NON SONO PIU' REALMENTE RAPPRESENTATIVI DI CHI LAVORA MA SOLO DI CHI CAMPA DI TASSE.

Penoso epilogo stamattina di mesi di incomunicabilità. I vertici di CGIL-CISL-UIL-UGL non hanno avuto neppure un'impennata di orgoglio.In pochi minuti è stata sancita la loro inutilità. Il Governo parla un linguaggio di riforme troppo moderno perchè sia recepito da questi ruderi.Andrà di fatto avanti senza di loro, nonostante loro e le future nostalgiche parate, come quella del 25 ottobre, di un regime di concertazione che non esiste più.
L'AGL ritiene che lo Statuto dei Lavoratori, quindi anche l'art. 18, vada modificato in direzione di quanto indicato dal Governo in quanto queste vecchie norme ormai sono dannose sia per chi lavora che per chi il lavoro lo sta cercando.L'ideale sarebbe il sistema americano ma ci rendiamo conto che sarebbe un salto troppo grosso per l'Italia. Certo che (e la Spagna lo dimostra) la direzione per attrarre investimenti è quella e sarebbe bene evitare di perdere tempo, pena l'emigrazione senza ritorno dei lavoratori italiani verso l'estero.Buona l'idea di mettere in busta paga il TFR su base volontaria e giuste le cautele che si stanno adottando per prevenire una crisi finanziaria delle PMI.E bene anche perchè più TFR si sottrae ai Fondi Previdenziali fallimentari di CGIL-CISL-UIL (che non a caso vi si stanno opponendo con insolita veemenza) meglio è. Bravo Renzi a rompere le uova nel paniere della Triplice anche prospettando una legge sulla rappresentanza. E' incostituzionale e truffaldino l'Accordo in materia dei sindacati con Confindustria e il Governo lo deve mandare all'aria.Siamo, sin dai tempi di Sacconi, per lo sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale che aderisca meglio alle diverse realtà del Paese e promuova una maggiore produttività. Vanno spazzati via il dumping contrattuale, la falsa cooperazione e lo sfruttamento degli extracomunitari attraverso la fissazione del salario minimo. Il precariato va superato innanzitutto da un punto di vista culturale, passando a un sistema in cui tutti, nessuno escluso, passino da un lavoro all'altro senza traumi o privilegi anacronistici. Le politiche attive del lavoro e la vigilanza dovranno essere trasformate in maniera consequenziale. Così come gli ammortizzatori sociali. Ichino ha ragione nell'individuare nel contratto di ricollocazione una possibile via per superare un sistema di Cassa Integrazione che lega per anni lavoratori a posti di lavoro che non torneranno più.E infine la riforma della Pubblica Amministrazione. Va accelerata con determinazione. I processi avviati da Renzi richiedono risorse ingenti? Benissimo, purchè non vengano aumentate le tasse e sia ridotto il cuneo fiscale. Dove recuperare? Dalla Spending Review che va portata alle estreme conseguenze, riguardo alla macchina pubblica. Occorre, in fretta, equiparare in tutto e per tutto ai lavoratori privati i tre milioni e passa di dipendenti pubblici e, poiché la pacchia è veramente finita, è ora che lo Stato si disfi di ciò che ha di più caro, ossia, di qualche Ministero. Come si fa? Analogamente a quanto accaduto col Teatro dell'Opera di Roma. Ma facciamo presto.

venerdì 5 settembre 2014

“BLOCCO CONTRATTUALE” PER GLI STATALI FINO AL 2015: DOV'E' LA NOTIZIA?E' UN' ALTRA: FINO A IERI GLI STATALI ERANO PRESI PER IL CULO DIRETTAMENTE DAI GOVERNI. ORA NON PIU': CI PENSERANNO GLI “UOMINI IN DIVISA”.

Ci eravamo dimenticati dell'esistenza dei Sindacati del lavoro pubblico. Non si sentivano più in giro. Poi, all'improvviso una non notizia (il blocco degli aumenti, se ricordate (DEF aprile 2014), è quasi sicuro fino al 2020 per motivi di finanza pubblica) ha fornito nuovo materiale per i quotidiani di gossip politico.La ragione è semplice: di cosa si sarebbero altrimenti occupati nei prossimi 6 anni i sindacati?come noto, Renzi ha cambiato stile. Non più tavoli e consultazioni coi sindacati ma richiesta diretta ai lavoratori di pareri e proposte. Volontà di eludere ed elidere i corpi intermedi? No, semplicemente non perdere tempo e non farsi deviare dai corpi morti più o meno intermedi, più o meno rappresentativi.Divertente. Gli hanno obbiettato che con le riforme istituzionali non si mangia e lui reagisce rifiutandosi di masticare carne defunta. Ovviamente è partita la rituale proclamazione di preavvisi di sciopero la quale però è stata immediatamente sovrastata da un pronunciamento golpista e fascistoide di sindacati e Cocer degli uomini in divisa. Che tra parentesi (e neanche tanto) minacciano , di fatto, di violare la Costituzione , dato che ci risulta che determinate categorie di servitori dello Stato non abbiano diritto di sciopero. E di operare una grande mistificazione, visto che si tratta di categorie lasciate fuori dalla contrattualizzazione del pubblico impiego.Ricordate gli applausi agli agenti inquisiti per gravi reati durante un congresso di un sindacato autonomo di polizia? Altro che le patetiche banane di Tavecchio...E qui ,sorpresa: è stata pubblicizzata una immediata disponibilità all'incontro, seppure scevra da tentazioni di cedere al ricatto. Anche i sindacati del lavoro pubblico erano stati incontrati, ma solo dalla Madia e non personalmente da Renzi e con modalità sbrigative e disillusorie. Gli uomini in divisa invece no. Saranno ricevuti “personalmente” dal Premier e non solo e tanto dai vari Ministri competenti.Questa disponibilità temperata dalla contestuale sottolineatura che cinque polizie sono comunque troppe. Come dire: venite pure alla riunione, anche in divisa ma attenti a quello che dite e a dove vi sedete perchè potrebbero esserci anche per voi dei bei forbicioni di cottarelliana fattura pronti a stagliuzzarvi le gallonate chiappe.Beh, tutt'altra grinta rispetto alla reazione di maniera di Alfano che l'immaginario collettivo pensa afflitto e impaurito dalla possibilità che un bel giorno la sua scorta si rifiuti di accompagnarlo al “lavoro”.Era aperto un tavolo presso il suo Dicastero proprio su questi temi ma evidentemente (era successo nei giorni scorsi anche nei suoi colloqui-bidone con le autorità europee sulla questione Frontex) il piglio autorevole è ancora un limite del politico che tuttavia si applica molto pur senza immediati risultati.
Ma il dato fondamentale è che questa differenza di trattamento tra statali e uomini in divisa (un vero e proprio schiaffo, altro che le vignette di brunettiana memoria) è la definitiva sepoltura di ogni e qualsiasi speranza per i lavoratori pubblici non in divisa. Una certificazione crudele dell'inutilità della Pubblica Amministrazione così come oggi si configura in Italia. Quando i Sindacati pubblici urlano, imprecano e propongono lo sciopero generale, vi prendono quindi per il culo.Il Governo giustifica tale situazione col fatto che una comunità con un milione di disoccupati ha altre priorità e altre urgenze. Le risorse sono limitate e occorre fare delle scelte.Come avviene quando una autoambulanza deve scegliere a chi prestare prima le cure, nel caso abbia davanti più feriti.Si dice: non è vero. Le risorse per “curare” anche gli altri ci sarebbero ma non c'è la volontà politica di reperirle.In particolare si evoca la triade “evasione fiscale,società partecipate, corruzione”. Questo governo è in carica da 6 mesi, i suoi ministri sono giovani o per lo più estranei o ininfluenti rispetto agli assetti politici precedenti. Hanno promesso di mettere le mani in quelle tre problematiche e qualcosa, in 6 mesi, hanno iniziato a fare. Se tra 1000 giorni riusciranno a tener fede agli annunci bene. Altrimenti Renzi vedrà dissolversi il suo 40% e al governo avremo Grillo o il Centro Destra o addirittura avremo la Troika a comandare sull'economia italiana.La domanda allora è: era ed è possibile entro dicembre (tra 3 mesi) far saltar fuori da “evasione fiscale,società partecipate, corruzione” i miliardi per aumentare di 100 euro al mese lo stipendio di tutti gli statali?Perchè di questo tipo di aumento si tratterebbe. Ci sembra improbabile. E allora di cosa stiamo parlando? Le risorse per le 150.000 assunzioni nella scuola (non immediate ma a partire dal settembre 2015 e diluite in tre anni) verranno dalla Spending Review, se riuscirà. Taglio del 3% a tutti i Ministeri di spesa. Tagli lineari (obbligati, come più volte solo noi abbiamo sostenuto, perchè i tagli mirati non sono attuabili in un paese di lobby e mafie come l'Italia). Apriti cielo!“evasione fiscale,società partecipate, corruzione”: in aggiunta ai soldi per gli aumenti degli stipendi pubblici dovrebbero vedere il recupero di risorse anche per le assunzioni degli insegnanti precari. Se fosse questione di sola volontà politica (e non invece come pensiamo noi di oggettiva impossibilità tecnica di ottenere risultati a breve termine in una situazione tipica di buoi scappati) qualcuno ci sa indicare quale schieramento politico realisticamente, vincendo le elezioni, avrebbe potuto, potrebbe o potrà in tre mesi tirar fuori tutte queste risorse? Ma siete sicuri che ancora in Italia vi siano tutti questi soldi o che invece non siano stati già portati altrove?Non credete che la risposta non sia nel passato ma nel futuro, nel riorganizzare il Fisco,i Servizi Pubblici e gli appalti pubblici?e soprattutto, in misure shock, immediate, per fronteggiare l'emergenza occupazionale non con assunzioni pubbliche ma mettendo le imprese in condizione di lavorare in Italia? Ma i Sindacati del Pubblico Impiego si accontenterebbero di meno: che la Corte costituzionale dichiari illegittimo il blocco dei contratti (e poi, da dove uscirebbero fuori i soldi?) e che riesca uno sciopero generale, cioè che ogni lavoratore butti via una giornata di retribuzione, equivalente a una frazione mensile dell'aumento contrattuale, facendo risparmiare il governo, come tutti sanno. Anzi, potrebbe essere una idea: un mese di sciopero generale (d'accordo col Governo). Col risparmio il Governo potrebbe rinnovare i contratti, concedere gli aumenti, far vincere politicamente i sindacati. Solo che il singolo lavoratore alla fine dell'anno si troverebbe con lo stesso reddito di prima.O forse non sciopererebbe nessuno, cercando di fregare i colleghi costruendosi un aumento col sacrificio altrui.
Ma a parte questi scenari tragicomici, è l'inadeguatezza politica dei sindacati che fa piangere. I Sindacati dovrebbero essere i primi sostenitori dei tagli e delle riforme perchè gli sprechi sono contro i lavoratori, così come una PA inefficiente. I sindacati della scuola dovrebbero porre il problema del numero eccessivo degli insegnanti , nonostante queste 150.000 annunciate assunzioni e sostenere una vera riforma che porti la scuola italiana all'altezza degli standard europei.
Ma anche sugli uomini in divisa questa bagarre sta occultando alcune questioni di fondo.Una sola Polizia al posto di cinque, l'aumento degli stipendi ai poliziotti ridimensionando quelli dei dirigenti di polizia, la costruzione di nuove carceri, l'adozione di un modello all'americana relativamente al diritto del cittadino di armarsi. In Italia c'è troppa polizia . Ridurre il numero,pagarli meglio, educare il cittadino alla difesa personale.Non c'è sicurezza, è un fatto incontestabile. Se il cittadino potesse proteggersi da solo, minacce incostituzionali di sciopero delle forze dell'ordine sarebbero irrilevanti.Come al solito in Italia vi sono categorie che cercano di approfittare di ritardi dello Stato.
Analogamente per la difesa. Nella quale albergano ancora troppi papaveri, imboscati e parassiti.Vedremo se effettivamente questi soldi saranno stati in questi decenni ben spesi quando , come sta accadendo ora, prenderà corpo il rischio di attentati terroristici interni, o di attacchi da sud o da est da parte di fondamentalisti e tagliagole. Il cittadino italiano medio è concretamente oggi in grado, in caso di necessità, di difendere sé stesso, la sua Famiglia e la Patria imbracciando un' arma, al pari di quanto avviene in altri paesi?PA, Scuola, Difesa: la domanda è sempre la stessa. Si tratta di organizzazioni efficienti?Utili?Che giustifichino il carico fiscale sui cittadini?Il problema, come si vede, è un po' più complesso e grave dei 100 euro in più nello stipendio e dell'appartenenza o meno al ceto medio di chi lavora in questi settori.
Così come, parlando della riforma della PA, dobbiamo decidere se perdere ancora tempo dietro a sogni irrealizzabili come si è fatto negli ultimi 40 anni o se è arrivata ora di intraprendere altre strade .La lotta all'evasione fiscale (fenomeno storicamente speculare e legato, non dimentichiamolo, all'indebitamento pubblico e alle assunzioni clientelari soprattutto a beneficio del Mezzogiorno nella Pubblica Amministrazione) è fallita perchè è il sistema fiscale che ha assunto caratteristiche demenziali. L'idea della Flat Tax è ottima e a chi obbietta la violazione del principio di progressività (obiezione a cui già qualificati esperti hanno replicato ipotizzando correttivi sul piano della modulazione diversificata delle detrazioni) ripetiamo quanto affermato relativamente all'adozione dello Spoils-System per i dirigenti pubblici: è una buona occasione per cambiare la Costituzione. Le conseguenze, relativamente al futuro dell'Agenzia delle Entrate e ai concorsi per dirigenti, sono ovvie, dal nostro punto di vista. Certo, se ciò si realizzasse crollerebbe tutto un mondo di commercialisti, tributaristi, dirigenti-funzionari che arrotondano da consulenti, sindacati che hanno alimentato contenziosi giudiziari,corruzione, ecc. Tra non molto i dirigenti scolastici decideranno sugli scatti di merito degli insegnanti. Bene, era ora. Però non basta. Occorrerà che entrambe le figure si aggiornino e riqualifichino (sì, proprio come si fa con il vecchiume nei centri storici). E lo stesso nella amministrazione della giustizia. Solo noi, francamente, abbiamo sempre sostenuto che la riorganizzazione di quel personale è indispensabile. Ma soprattutto la digitalizzazione accompagnata dal blocco del turn over. Il futuro è nella diminuzione del personale in tutta la PA attraverso un utilizzo oculato dell'informatica e un conseguente risparmio.E se ciò provocasse la riduzione del numero dei tesserati ai Sindacati, chissenefrega, meglio così che pesare sull'esistenza dei cittadini.. Se (e non siamo d'accordo) gli 80 euro vengono considerati una elemosina, cosa sarebbero invece 100 euro di aumento contrattuale, una botta di vita?Ma non fateci ridere!Anche qui, è ora di innovare. Guardare in faccia alla realtà. Chi non è d'accordo in teoria su un aumento di stipendio a favore di un onesto lavoratore pubblico? Tutti lo siamo. Ma occorre vedere se ci sono i soldi e se quelli previsti in futuro siano probabili e veri.L'Italia è un Paese in cui occorre che si riprenda a creare ricchezza.Se gli espropri proletari non si realizzano neppure a Cuba o in Cina ci sarà un motivo. E quindi è difficile che si realizzino in Italia con patrimoniali o prelievi notturni alla Giuliano Amato o massacrando i proprietari di immobili. Occorre una giustizia e una equità retributiva, certamente. Ma in nessun paese del mondo uno si arricchisce facendo l'impiegato statale. Se, come legittimo, un dipendente pubblico ambisce a guadagnare di più è giusto , come avviene ora , che lavori in nero (o peggio, vada in cerca di bustarelle) o non sarebbe meglio che alla luce del sole, in deroga al principio di esclusività, gli fosse consentito, pagando le tasse, di fare un secondo lavoro nel privato o, ancor meglio, di guardarsi intorno e cercare di diventare imprenditore, lasciando la PA? Avendo veramente più soldi in tasca da spendere per sostenere consumi e domanda interna?La Costituzione'Cambiamola, no?Le riforme a che servono, se non a vivere meglio?La contrattazione pubblica? Ricordate? Solo noi avevamo detto che era una cagata pazzesca (e, non a caso, nel Pubblico Impiego, le categorie “forti” se ne sono tirati fuori...).Abbiamo fiducia che l'Italia emersa dalle recenti elezioni europee abbia colto queste esigenze e che sosterrà scelte coraggiose e ineludibili. Solo una richiesta facciamo a Renzi: accelera su riforma fiscale e del lavoro, perchè è questo che veramente interessa alla gente.



venerdì 18 luglio 2014

CRISI ALITALIA, INGRESSO ETIHAD, ESUBERI. DOPO ESSERCI STRACCIATE TUTTE LE VESTI, VEDIAMO SE PUO' ESSERE UNA BUONA OCCASIONE

Nel prendere atto dell'esito della trattativa Sindacati-Governo-Alitalia-Etihad, ci sembra necessario esplicitare il nostro punto di vista.Si tratta di scelte dolorosissime ma ora che il disastro è conclamato, occorre sforzarsi di pensare a come se ne esce, alle prospettive.Cominciamo dai punti fermi. Alitalia è tecnicamente fallita dal 2008. Il fatto che il settore non sia in crisi ma in espansione aggrava il giudizio negativo sul passato, sui Capitani coraggiosi e sulla CAI. Più che di una privatizzazione, dati i connotati statalisti e clientelari della grande imprenditoria italiana, sarebbe più corretto parlare di una nazionalizzazione strisciante condotta da sostanziali burocrati mascherati da grandi imprenditori (solo sulla carta).Se una nazionalizzazione mascherata non ha risolto nulla ma solo aggravato, figuriamoci cosa avverrebbe con una nazionalizzazione vera con uno Stato che in Italia è ben diverso (e meno credibile) da quello di paesi vicini più seri del nostro. Quindi torniamo alla necessità di un processo di entrata in scena di privati veri . Costoro esistono ma solo all'estero. E non a caso il salvataggio vede protagonisti gli Arabi.E' tutt'altro che una svendita ma un vero e proprio colpo di fortuna che le strutture aeroportuali italiane siano così interessanti e importanti in quelle strategie. In caso contrario l'Italia (e l'Alitalia) non avrebbe avuto scampo. Quindi il fallimento c'è e la crisi è verissima, con la precisazione che è crisi dell'imprenditoria italiana in questo come in altri settori.Come se ne esce? Non certo, come propone la CGIL, con un massiccio ricorso alla Cassa Integrazione. La vicenda degli esuberi Alitalia del 2008 dimostra come non serva a nulla non recidere il cordone ombelicale tra la vecchia azienda e lavoratori che mai e poi mai potranno ritornare a lavorarvi.Si rimanda solo il problema e, facendo trascorrere inutilmente anni, si compromette la possibilità di ricollocazione di quei lavoratori. Anche i sindacati antagonisti sono incapaci di uscire da una prospettiva assistenzialistica. Ma che razza di proposta è quella di non rinnovare il contratto perchè è meglio destinare le risorse in più a chi perde il lavoro piuttosto che aumentare lo stipendio a chi continua a lavorare? E' offensivo considerare i lavoratori degli accattoni senza speranza che debbano razionarsi i viveri. Così si alimenta solo la disperazione, quando dovrebbe porsi l'accento su quelle che potrebbero essere le possibilità di reimpiego nel caso in cui si ponessero gli Arabi nelle migliori condizioni per realizzare i loro progetti in Italia, che, secondo tutti gli analisti, reinserirebbero il nostro Paese nella serie A mondiale del traffico aereo.Ecco forse perchè gli Arabi non ne vogliono sapere di avere a che fare con questi sindacati: perchè sono sindacati mummificati che non sanno concepire il lavoratore in difficoltà che come uno zombie.E' molto intreressante la sperimentazione del contratto di ricollocazione perchè potrebbe essere, se accompagnata da un sistema di sostegno al reddito un pò più robusto dell'attuale nel passaggio da un lavoro all'altro, una soluzione anche per altre crisi. Certo non è così semplice. Occorrerà vigilare (e a questo dovrebbero servire i sindacati) sulla corretta applicazione degli accordi.Riguardo ai contratti di solidarietà, per esempio, è importante che si sappia che, data la pesante decurtazione della retribuzione che comportano, gli stessi non sono a lungo sostenibili. E' una sciocchezza chiedere, come fa la CGIL, l'impegno di Etihad a mettere nero su bianco quali aziende private assorbiranno una parte degli esuberi e quale numero di lavoratori ognuna assumerà. Non viene chiesto in nessuna parte del mondo. Va invece incalzato il soggetto pubblico perchè questa parte dell'accordo venga seguita con attenzione nel tempo. E' una occasione importante per capire se questa Amministrazione del Lavoro abbia ancora un ruolo nelle politiche attive del lavoro o se invece, come pensano in molti, sia ora che chiuda affidando queste attività a soggetti privati più motivati e meno dispendiosi (e dannosi).Contrariamente a quel che si pensa comunemente in Italia il lavoro c'è, nuovi contratti comunque in tanti settori si stipulano. Il problema è che non funzionano i processi di aggiornamento, riconversione e riqualificazione della manodopera e che i giovani vengono male indirizzati e condizionati culturalmente, col risultato che la domanda intercetta con difficoltà l'offerta di lavoro.E proprio i sindacati sono i principali responsabili, per loro arretratezza, del lavaggio del cervello ai danni di milioni di lavoratori, anche loro associati. E poi la riforma del lavoro.Il Jobs Act slitta a settembre.Non sarebbe ora che il Governo, oltre che fare l'infermiere nelle trattative, cogliesse l'occasione per dialogare con un soggetto che vuole e sta per investire in Italia per farsi spiegare concretamente quali tipi di contratti di lavoro sarebbero più incentivanti per una espansione occupazionale?Chissà che non ne esca fuori qualcosa di più entusiasmante di quanto appena avvenuto per il contratto a tempo determinato, per il quale le cure in laboratorio del governo sono servite a poco o nulla?